Articoli

Perché Google Plus diventerà rilevante (anche) per le ricerche qualitative

perché G+ diventerà fondamentale per chi fa ricerca qualitativa

E’ vero, da tutte le ricerche condotte abitualmente presso target non evoluti ma anche presso target avanzati (utilizzatori di tecnologie/smartphone) l’unico social network davvero conosciuto e utilizzato, in Italia, è Facebook.
Ma ciò non deve trarre in inganno. Si parla molto di Twitter, di recente, grazie anche alle incursioni dei politici che lo hanno definitivamente “scoperto” anche se viene usato più per ritorni mediatici (in TV) che non seguendone la sua vera anima, e dunque senza ottenerne reali benefici.
Ma c’è un terzo social che ad oggi appare davvero poco conosciuto a parte recenti iniziative di hangout con personaggi dello spettacolo/sport o con la recente campagna YouTube/La7/G+.
Ma c’è una questione che deve far riflettere noi qualitativi, e in genere chi si occupa del mondo di ricerca. Di recente il web sta diventando sempre di più un canale prezioso per acquisire una parte di conoscenza dei target e delle abitudini di consumo/dell’analisi degli stili di vita. Tra le competenze del ricercatore qualitativo si aggiunge la netnografiadi cui mi occupo sempre più– e di conseguenza… quali sono i social che meglio permettono di ottenere preziosi risultati, in proposito?
In questo momento Twitter, in futuro -c’è da scommetterci- Google Plus.
Dalla immagine allegata al post è facile intuirne il motivo, senza dimenticare che la ricerca on-line (Google e g+ inclusi, ovviamente!) è sempre più social-oriented.

Più grandangolo, grazie

Immagine anteprima YouTube

Il 2012 è stato, per quanto mi riguarda, anche l’anno della “consacrazione” dei video report: sempre più richiesti, a conferma che al giorno d’oggi una presentazione in PowerPoint può non essere sufficiente.
In molti casi, lavoro al videoreport anche attraverso riprese non fatte da me. E qui possono nascere alcuni problemi… Riprese spesso troppo “strette”, di bassa qualità, non pensate come ricercatore ma come video-amatore che spesso pregiudicano la qualità del videoreport stesso.
Peccato, davvero, in un’epoca in cui la tecnologia aiuta, e tanto. Basterebbe usare una semplice ed economica GoPro al posto di videocamerine compatte, laddove alla mancanza del display si compensa con una ripresa grandangolare e una qualità di tutto rispetto.
Dunque la GoPro non solo come mezzo “estremo” per fare riprese meravigliose buttandosi dall’aereo in volo, ma anche come kit da etnografo. Provare per credere.
Molti i vantaggi che derivano dal suo utilizzo:
– qualità elevata, anche in full HD
– facilità d’uso per il rilevatore (nessuna necessità di fare inquadrature, è sufficiente puntare la videocamera verso l’intervistato e non al contrario!)
– portabilità anche in fasi dell’intervista in movimento
– ampia durata della batteria (ma cavetto in dotazione per lunghe riprese)
– riprese anche in esterni in caso di pioggia (va sott’acqua!)
– buone performance (pur non essendo l’ideale) anche in situazioni di luce scarsa
– per i rilevatori più spregiudicati, possibilità di montarsela sulla testa (ah ah ah)
– infine, fa anche da macchina fotografica (qualora sia utile per il rilevatore)

Comunque, al di là dell’etnografia… il video della (ormai “vecchia”) Hero2 è davvero meraviglioso… riprese, ritmo, musica, montaggio, colori. Fenomenale 🙂

La rivoluzione dei social media – Social media marketing revolution

Immagine anteprima YouTube

Molti i motivi per cui questo video ben illustra come mai i social media hanno ormai attuato una vera e propria rivoluzione nel modo di comunicare, pensare, consumare:
– innanzitutto, i social media non hanno a che fare con le tecnologie, ma… con la realtà
– riguardano relazioni vere con persone vere
– ciò avrà sempre più rilievo, per via dei nativi digitali e dell’incremento della popolazione digitally connected
– ciò che si fa sui social media impatta sempre più su ciò che si fa al di fuori dei social media e della rete
– non esiste ormai solo Google, ma Facebook e YouTube stanno diventando centrali anche grazie all’utilizzo del mobile e della geolocalizzazione
– per i nativi digitali, la casella di posta elettronica suona ormai come qualcosa di vecchio
– il video sta divenendo sempre più il canale privilegiato per fruire dei contenuti (info-tainment), e YouTube è oggi il secondo motore di ricerca più usato, dopo Google

Ed ecco allora perché le ricerche qualitative non possono prescindere dai social media:
– in primis, perché i social media non sono circoscritti alla dimensione tecnologica, ma sono (una parte sempre più grande della) realtà
le aziende, i brand e i prodotti non devono chiedersi se essere presenti, ma come essere presenti nel modo migliore (dove migliore significa in linea con le attese del target, in linea con i valori del brand, coerenti con la specificità del mezzo)
– il word of mouth assume sempre più significato tra i consumatori/creatori dei contenuti (grazie agli user generated contents) ed è compito di noi qualitativi analizzare il word of mouse
– il ROI è oggi sostituito dal ROA (return on attention), e i social media permettono di fare branding come nessun altro canale/strumento

_______________________________

This video points out how social media have made such a revolution about the way we think, we act as customers, we relate to each other:
– first, they are not about technology, but they are about reality, real life
– thanks to social media we interact with real people: it’s not just a virtual relationship
– it’s going to be much more relevant, thanks to digital natives
– what people make on social media is strictly connected with what they make off-line
– younger people consider the e-mail accounts as something “old/passed”
– video-streaming is becoming the preferred way to live the web experience, and that’s why YouTube is now the second search engine (after Google)

Thus, qualitative research have to consider the impact of social media inside their methodologies and approach:
– social media are real life, real customers act
– brands, products and companies are “forced” be on the social media, and they have to consider which is the best way they have to interact with people according to their core values and objectives
– word of mouth is becoming really relevant, so as qualitative researchers we have to explore the word of mouse
– the ROI has been substituted by the ROA (return on attention): social media are a really good way to make branding

Il poster sui Video Report in Assirm – the Video Report poster in Assirm conference

Questo il poster che è stato presentato il 7 giugno 2012 alla conferenza Assirm “Consumer Insights, Consumer Needs e Sviluppo Nuovi Prodotti” inerente i Video Report
______________________

This is the Video – Report poster I have made for the June 7th 2012 Assirm “Consumer Insights, Consumer Needs e Sviluppo Nuovi Prodotti” conference

Pagine

Esempi di video report

Alcuni esempi di video report realizzati tra il 2007 e il 2012, per diversi istituti di ricerca, relativi a indagini inerenti diversi ambiti, tutti mediante colloqui individuali con approccio etnografico

Immagine anteprima YouTube

NB: per ovvi motivi di privacy/segretezza dei dati di ricerca, sono stati cancellati tutti i riferimenti a soggetti intervistati, oggetto/prodotto/servizio testato o cliente finale