La (geniale) comunicazione di Adobe

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Diciamo che 12 milioni di views in 5 giorni difficilmente possono sbagliare… e dunque è la conferma che questo viral di Adobe coinvolge, diverte, stupisce… oltre a comunicare un uso ludico, curioso, fuori dalle righe di Photoshop.
Missione compiuta!

Arcoplex sfida Google sul piano della cura della sede e dei dipendenti

piscina sede Arcoplex bergamo

Un paio di giorni fa, nel corso di una indagine che sto seguendo relativa all’acquisto di auto segmento lusso, ho incontrato e intervistato il general manager di Arcoplex, una azienda in provincia di Bergamo. Arrivato al solito con i miei 3 minuti di anticipo (non di più), entro nel parcheggio dell’azienda (ben identificabile da apposito logo di grandi dimensioni) e da subito… noto il design particolare della sede nonché del verde curato. Che bravi, penso. Poi mi avvicino all’ingresso, e noto anche una piscina. Che strano, mi dico.

Entro, e  da subito noto le linee ricercate che caratterizzano gli interni. Nessuno alla reception, composta da bei divanetti, un tavolino con riviste e poi… una postazione dedicata con una applicazione per completare la registrazione. Come in Google, penso. Già, perché alla Arcoplex con pochi clic si conferma la nostra presenza, e in automatico viene avvisata la persona con cui abbiamo appuntamento, che nel mio caso si presenta subito.

Una volta finita la mia intervista e salutati i (tutti sorridenti) dipendenti incontrati, torno a casa e online scopro alcuni articoli tra cui questo: che bello scoprire che esistono realtà di questo tipo.

Allora –mi dico- tutto ciò non succede solo in Google e in aziende simili. Sin dal primo giorno in cui sono entrato nella sede Google di Milano (sono consulente ricerche qualitative per Google Italia dal 2010) ho pensato che tutto ciò fosse un’isola felice non facilmente riproducibile. Invece, evidentemente, c’è chi lo fa senza essere una multinazionale con sede in Mountain View. E… la piscina in Google non ce l’hanno!!!

27 maggio 1993-2013

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E’ in fase di montaggio finale il cortometraggio “27 maggio 1993-2013”, in ricordo della Strage di via dei Georgofili, Firenze.
Con mio grande piacere il documentario ha trovato l’interesse dell’Associazione dei Familiari e delle Vittime di via dei Georgofili, nonché del Comune di Firenze che grazie al supporto di ExpoMeeeting ne ha reso possibile la proiezione durante la serata di commemorazione di domenica 26 maggio 2013, presso piazza della Signoria, Firenze.
Le interviste e la raccolta di materiali mi hanno occupato per alcuni mesi, a partire da ottobre 2012… il tutto nei ritagli di tempo, tra un lavoro e un altro, spesso in treno tra Milano e Firenze… Maggiori dettagli sulla pagina Facebook dedicata all’evento… siete tutti invitati!

Un video che ben rappresenta il nostro paese, oggi

Ho scoperto questo video in quanto… beh, ha vinto il concorso cui partecipavo anche io, ormai diverso tempo fa, con un corto da un minuto. Lo ho rivisto per caso, postato su Facebook da un’amica. E a rivederlo, mi pare quantomai attuale.
Ma è anche ben fatto, non solo per le difficoltà che riserva il fare un video da un solo minuto (provare per credere), ma anche per il montaggio, le riprese, e l’uso davvero originale dei sottotitoli (che mi ha veramente colpito… bravi!).
Per il resto… beh, per rientrare più nel tema di questo blog… devo dire di essere sempre più impegnato nei videoreport, anche in questo momento sono in fase di editing di un video che riassume i risultati di una ricerca molto interessante, dove per la prima volta gli intervistati sono stati dotati di occhiali con videocamera inclusa, per registrarne gli sguardi. Nuove prospettive si aprono 🙂

Riflessioni da recenti focus e forum online su nativi digitali, teen, digital divide

nativi digitali

Di recente sono stato ancora più impegnato del solito in ricerche che hanno riguardato teen e giovani o giovanissimi (per intenderci, una fascia davvero ampia 9-24 anni, su diversi tipi di ricerche!). Sono sempre più stupito di constatare come i nativi digitali abbiano un modo di relazionarsi al mobile, alle tecnologie e al web che è ben diverso dal mio – per non parlare delle fasce di maturi/senior.

Per i teen la rete è il mondo di riferimento, e il mobile non è un ulteriore cambiamento, ma una parte naturale del tutto, come l’uso del touch, come la navigazione per icone, la fruizione dei video, la a dir poco relativa rilevanza della casella e-mail, and so on.
Anche una recente -e molto interessante- ricerca di Pew Research Center ben mette in luce come internet sia ormai per i giovani sinonimo di smartphone, mobile e always on, secondo un approccio che prevede un multitasking esteso, generalizzato, continuo: chatto mentre ascolto una canzone, seguo la mappa mentre parlo, cazzeggio su facebook mentre chatto su whatsapp, chatto con 4 persone in contemporanea, studio mentre ascolto youtube, gioco mentre mangio, faccio mentre non faccio, penso ma anche non penso, studio mentre non studio 😉

Tali aspetti emergono con chiarezza anche dalla moderazione -sempre più frequente, nel mio caso- di web discussion e forum on-line, laddove il modo di rispondere dei giovani è totalmente diverso da adulti e maturi. Decisamente a loro agio, teen e giovani appaiono particolarmente coinvolti dalle interviste su piattaforme web, particolarmente creativi (con frequenti e spontanei upload di materiali, link, immagini, canzoni, ma anche creazione di brevi video) e decisamente più interattivi/collaborativi. Cambia il linguaggio (uso di abbreviazioni, “k” o parole tipo “qst” “qll”) ma si fa anche ampio utilizzo di emoticon (che paiono davvero intramontabili!).
Insomma… una ulteriore prova che il digital divide esiste, eccome… facendo ricerca ne abbiamo le prove… inconfutabili.
Ma la domanda è: che conseguenze avrà la forma mentis   da nativo digitale sulla società del futuro?

Un esempio pratico di come un video può diventare virale

Sono in trasferta, a Bari, per un lavoro su una rivista per bambini/ragazzi. Oltre a valutare la rivista, dedichiamo del tempo anche al relativo sito internet. Alcuni tra i ragazzi mi indicano -come interessante e divertente- un filmato, ed io clicco con loro… é così che arrivo a un video già selezionato da Repubblica.tv
screenshot_06Divertito dalla cosa, decido di postarlo su Facebook non solo perché ne vale assolutamente la pena (il filmato a tutti gli effetti merita, per altro è il teaser di un festival di animazione in Germania, qui mica si frigge con l’acqua!), ma anche per vedere come e quanto sarebbe stato visto e condiviso… certo del fatto che in questo caso -rispetto a tanti altri post “normali”- le carte in regola per un virale ci sono tutte.
E in effetti è così. Ecco il mio post (con tanto di tutela della privacy!!!):
screenshot_08Da subito diversi like e condivisioni. Nei giri di condivisioni, evidentemente, è finito a qualcuno di NinjaMarketing, sempre attenti a analizzare tendenze, filmati, novità dalla rete… ed ops, il gioco è fatto. La viralizzazione è in corso, di certo canali e contatti del genere sono un concreto aiuto nel diffondere i video virali.
Prima che io pubblicassi il post su Facebook, il video contava 344.020 visioni. Ora – a poco più di un’ora, e naturalmente non solo per questo motivo, ci mancherebbe- siamo a 344.334.
Vedremo più tardi!

Social Media Week Milan, 2013 – e i qualitativi dove sono?

la social week t-shirt

Sono giorni si social media week, a Milano: io sono lì o incollato allo streaming, consapevole del fatto che questo sia uno di quegli appuntamenti da non perdere, che ormai sta soppiantando altri appuntamenti invece che al confronto suonano più “vecchi”, quantomeno legati a logiche superate…
Una sola domanda: altri ricercatori/direttori di ricerca dal mondo del qualitativo, dove sono? Cosa fanno? Io per ora non ho incontrato nessuno 🙁
Ah beh… in effetti se alcuni istituti hanno Facebook blindato per logiche di produttività, è facile capire come alcuni mondi siano ancora molto distanti…
Scappo, l’evento WordPress mi aspetta!

Pistorius, Nike e il ritorno di immagine dei marchi

Al di là di ogni ovvia e indiscutibile questione legata al dramma della tragedia odierna legata al personaggio Oscar Pistorius, emergono alcune conseguenze legate alla sua immagine pubblica di vera star mediatica, nonché ai riflessi che tale atto (che divenga provato/comprensibile o meno) può avere sull’immagine di Pistorius e dei brand cui è legato in sponsorship.
Il sito di Pistorius è ancora attivo, (pare) non modificato e (chiaramente) non legato alla notizia. Almeno ad oggi, 14 febbraio, ore 14.25. Già però qualcosa è successo: il banner Nike (a dir poco grottesco, inquietante presagio dei fatti) è stato prontamente rimosso. Eccolo qui:

nike removed pistorius ad
No comment. Che dire però di fronte a tale scelta?
Ma la domanda è: che fare del sito di Pistorius? (dando per scontato che non sia lui a gestirlo in prima persona…) Il dibattito, dai commenti al sito, è aperto. Visto che probabilmente verrà chiuso, ecco qui.
pistorius website commentsC’è anche chi si chiede apertamente se il sito non debba essere oscurato… Ma quel che colpisce (potere dei social media) è che il post odierno (probabilmente successivo alla notizia, come se nulla fosse) sia quello che vede il maggior numero di commenti. Ovviamente off-topic!